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venerdì 14 settembre 2012

STEVE VAI: UNA PARENTESI NEI WHITESNAKE


È tutto vero. Il celebre chitarrista ha fatto parte della band per circa due anni. Le sue doti tecniche stancheranno molti e stuferanno altri, ma quello che è certo è che anche un chitarrista “virtuoso” può far parte di una band che non siano i Dream Theater. Steve suona in tutte le track dell’album Slip of the tongue, sostituendo il chitarrista Vandenberg nelle registrazioni e nel successivo tour, dopo che quest’ultimo aveva avuto un infortunio al polso. L’interpretazione di Vai è semplicemente perfetta. Quella che arriva è una ventata di freschezza e novità in una grande band ancora riconoscibilissima e che non muta il proprio stile. 
I pezzi vengono affrontati con grande personalità ed equilibrio, non esaltando in maniera squilibrata le caratteristiche del grande genio che è questo chitarrista. Ciò che ha influito sulla creatività di Steve e del suo modo di fare musica è stato senz’altro la lunga collaborazione con il chitarrista e polistrumentista Frank Zappa, artista dalle smisurate abilità. Fu proprio suonando insieme a lui che Vai iniziò a farsi un nome e a diventare un vero e proprio esecutore dei brani musicali di Frank, che necessitavano grandi doti tecniche e attitudine. L’album con i Whitesnake è preciso al millimetro; le note sono studiate ed esaltano i brani nel modo giusto, senza tralasciare le perfette scelte nel sound e nell’adattarsi al genere che Steve ha esibito. Quest’esperimento non è altro che la dimostrazione che un chitarrista virtuoso può benissimo spaziare con la sua tecnica senza essere ripetitivo o esagerare, l’importante è sperimentare la tantissime sfumature che la musica può riservarci e sfruttare un pò la “vena pop” che spesso questi chitarristi ultra-tecnici hanno; vedasi Paul Gilbert e Joe Satriani.



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