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venerdì 21 settembre 2012

Mötley Crüe: tra i primi con il parental advisory


I Mötley ebbero un impatto mediatico incredibile, non c’è dubbio. La loro grande influenza sugli adolescenti crebbe ancor di più quando si diffusero le famose etichette PARENTAL ADVISORY; EXPLICIT CONTENT sulle copertine degli album. 
Ciò rendeva chiaramente esplicito che quello era materiale che scottava per le generazioni che si avvicinavano al genere, etichettate come ribelli, le quali uscivano “pericolosamente” dagli schemi delle persone per bene. Quella che avevano creato i Mötley era un’immagine fortissima; si disse di loro che la cosa peggiore che gli sarebbe mai potuta capitare era essere beccati a bere un bicchiere di latte. Anche la legge chiudeva un occhio davanti alla loro fama; la droga, gli incidenti stradali, le zuffe, tutto era accettato. L’immagine del metal anni Ottanta rese questo genere “fico”: la musica degli emarginati e di quelli considerati diversi era diventata quella dei ribelli e dei trasgressivi. La frase che ne riassume il contenuto e l’ideologia  è senza dubbio “tutto quello che vale la pena di fare, vale la pena di strafare”. Queste etichette non fecero altro che richiamare attenzione sugli album e aumentare le vendite, il “proibito” poteva essere a portata di mano. Oggi neanche ci si fa più caso al logo sui cd, è presente su quasi tutti gli album metal.











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