Anche
oggi presento un progetto intriso di aspetti filmici. Gli At The Dawn aprono il
loro album From Dawn To Dust con un Prelude ricco di atmosfere incredibili.
La copertina richiama in pieno l’idea di infinità dal tocco un po’ mistico ed
orientale che il brano di apertura mira a trasmettere. Il power metal di questa
giovane band attacca immediatamente nel brano successivo, molto melodico e
impeccabile nell’uso delle tastiere di arricchimento. Ben scanditi i successivi
due brani, molto lineari ed energici, dove il tocco della band risulta molto
classico, ed è uno dei punti di forza di questi ragazzi.
Molto
saggio anche l’uso della chitarra, che duetta con le tastiere e si lascia
andare alle parti solistiche in maniera molto sensata, dove la scelta delle
note risulta una formula vincente. Altrettanto gradevole anche Balthazar, dall’intro progressive per
poi staccare con una strofa molto soft che conduce al ritornello. Uno dei brani
più riusciti è senza dubbio Post Fata
Resurgo, che unisce il metal ad orizzonti lontani e misteriosi, lasciando
spazio ancora una volta alla formula comunicante chitarra-tastiere. Una band
che richiama molto il concetto di orchestrazione, oserei. I brani degli At The
Dawn conservano sempre quel tocco cinematografico tipico del genere, ma che poi
ogni band sviluppa in maniera personalissima.
È
senza dubbio un progetto che testimonia un grande impegno da parte di una band
che sta muovendo i primi passi in questi anni, ottenendo ottimi risultati e
soprattutto con grandi margini di miglioramento. Un gruppo dalla grande
musicalità e dalle idee chiare e ben sviluppate. Forse l’unico aspetto che non
mi è piaciuto è il sound, troppo cupo a tratti, soprattutto a livello di
distorsioni, ma è anche una questione di gusti. Buon ascolto con gli At The
Dawn!
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