Oggi vi
presentiamo il genio di Antonello
Giliberto, musicista siciliano, vera e propria One Man Band dedita a pezzi
puramente strumentali in chiave Neoclassical-Progressive Metal.
La promessa siciliana
esordisce con The Mansion of Lost Souls,
un disco che cerca di esprimere tutto il suo stile attraverso classicismo e
sentimentalismo in un’unione di tecnica e raffinatezza. Antonello attinge molto
dalla musica classica a cui unisce l’inconfondibile sapore del metal creando un
album di tutto rispetto.
Il disco si apre con Equinox, una canzone ricca di
alternanze: momenti calmi dettati da arpeggi riflessivi si scambiano con riff
dal sapore Heavy Metal scanditi da geniali note di basso. Nessuno strumento è
lasciato in secondo piano, tutto si fonde armoniosamente in un mix esplosivo. Lotus Effect è la seconda di tante
ottime tracce. Giliberto stupisce gli ascoltatori proponendo le classiche scale
arabe che conferiscono quel tocco orientale che nel metal risulta sempre epico
e gradito. Forti sono, inoltre, i riferimenti alla musica classica che
rappresentano un punto imprescindibile del siciliano.
La titletrack ci
rimanda all’atmosfera di una casa spettrale abbandonata: i venti ostili, i
rumori confusi, i corvi. Terminati i riferimenti ambientali il pezzo entra nel
vivo con un riff di chitarra tecnico ed oscuro. E’ un pezzo molto aggressivo e
superiore in termini di qualità rispetto ai precedenti. In Sorrow, Antonello dà sfoggio di tutta la sua abilità nella chitarra
classica creando una canzone dalle meravigliose atmosfere, struggente, sognante,
che trascina l’ascoltatore nei suoi pensieri. Con Flight of the Sleeper il siciliano torna a produrre note metal
aggressive e taglienti, farcite di melodia. Degno di nota, come sempre, il ruolo
del basso. Questo è certamente un segno di una produzione magistrale capace di
dare a ogni strumento il giusto tuning.
Entr’
Act è
un intermezzo unito a effetti elettronici, mentre The Power of the Whip ci fa sentire la durezza e la violenza della
frusta sulla nostra pelle: un pezzo che riprende la parte più tremenda, drammatica
e violenta del Neoclassical Metal, attraverso riff funambolici, tecnicissimi e
ricchi di disperazione. Dream of the Dead
Treeci chiarisce la linea stilista di Antonello Giliberto: alternare pezzi
riflessivi a brani più veloci e potenti donandoci un altro capolavoro di
chitarra classica, estremamente atmosferico e surreale.
Rise of
the Titans ripropone il tema di altre canzoni dell’album come Flight of The Sleeper regalandoci
nuovamente il solito binomio aggressività-melodia. Ballad No.3 è una classica ballad dove si alternano chitarra
classica ed elettrica in un vortice di sentimenti e passione. D’altra parte la
conclusiva The Ride è un pezzo
fortemente Heavy Metal dove si sentono riferimenti alla N.W.O.B.H.M. e al più
classico Progressive Metal farcito, come sempre, di quella matrice neoclassica
che ha accompagnato tutto l’album.
Antonello Giliberto è un genio poliedrico capace di tirare il massimo da ogni
strumento offrendoci note spettacolari e momenti veramente tecnici. Se la
produzione dell’artista siciliano è impeccabile, d’altra parte nessuna canzone
spicca sopra le altre. E’ un disco omogeneo senza momenti di rilievo che ci lasciano
urlare al capolavoro a parte alcuni momenti sparsi qui e lì tra le canzoni. A
somme tirate, però, The Mansion of Lost
Souls è un lavoro che, seppur non mostrando segni di originalità spiccata,
è capace di accontentare tutti i fan di questo genere e, magari, avvicinarne di
nuovi, rivelandosi un ottimo prodotto.
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