Oggi recensirò ciò che
gli InsanityHazard hanno anticipato
al pubblico, ovvero tre dei loro pezzi. La band, infatti, ha deciso di dare
un’assaggio di ciò che sarà il loro sound nel primo disco, offrendoci, tramite Soundcloud, tre
dei suoi pezzi (vi riporto il link per ascoltarli: https://soundcloud.com/insanityhazardofficial
Il gruppo genovese ci
offre una fusione particolarissima di Progressive Metal, Heavy Metal, Black
Metal e Thrash Metal strumentale e nasce dall’idea di Edoardo
Napoli.
Warlords è la prima traccia strumentale e, all’apparenza, non è niente di originale anche se propone un’interessante unione di generi, che, talvolta, non vengono concretizzati adeguatamente. Ne viene fuori un pezzo abbastanza monotono, seppur con alcune parti di rilievo come l’assolo veramente ben strutturato. Le parti di tastiera si abbinano bene all’identità del pezzo.
Warlords è la prima traccia strumentale e, all’apparenza, non è niente di originale anche se propone un’interessante unione di generi, che, talvolta, non vengono concretizzati adeguatamente. Ne viene fuori un pezzo abbastanza monotono, seppur con alcune parti di rilievo come l’assolo veramente ben strutturato. Le parti di tastiera si abbinano bene all’identità del pezzo.
Il secondo brano è Doomsday Party; presenta riff molto
interessanti sotto una base leggermente orientata sul Doom Metal. E’ un pezzo
migliore sotto tutti gli aspetti rispetto al precedente, presentando un guitar
work molto più elaborato e convincente. Parti forti sono sempre quelle di
batteria che riescono a trasmettere un certo groove all’ascoltatore. Non
mancano momenti oscuri, coinvolgenti e trascinanti come i diversi assoli.
Grande lavoro.
Il terzo brano è Helm’sDeep, che si presenta come un
ottimo pezzo dalla violenta vena thrash. La canzone si apre proprio con un riff
thrash di altissimo ed elevato impegno. Lo stile degli InsanityHazard è molto vario e copre diverse sfaccettature
risultando avvincente e coinvolgente. Seppur la prima traccia non abbia
convinto appieno, le altre due hanno mostrato veramente ciò che la band è
capace di fare grazie anche a note di tastiera ben inserite all’interno di un
contesto che, thrash, black o heavy che sia, risulta alquanto oscuro e
rabbioso. Siamo di fronte a dei Dream Theater senza la voce, con una maggiore
cattiveria e malignità e, soprattuto, con tanta voglia di sfondare.
Per ora la mia
impressione è un 70/100 ma auguro alla band di produrre il suo primo album e di
mostrare veramente cosa è capace di fare!
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