Oggi
per voi “Among my Giants”, lavoro del chitarrista Sebastiano Conti, in arte Bastian.
Il
disco che vi presento è il frutto del lavoro di un chitarrista solista con la
collaborazione di altri artisti, tutti di livello altissimo: Michael Vescera (Yngwie Malmsteen, Animetal
Usa, Obsession, Loudness), Mark Boals (Yngwie Malmsteen,
Ring of Fire, Uli John Roth), Vinny Appice
(Black Sabbath, Ronnie James Dio, Heaven and
Hell), Thomas Lang (Stork, Paul Gilbert, Glenn Hughes,
John Wetton), John Macaluso (Yngwie
Malmsteen, Symphony X, James Labrie, Riot, TNT). Di
particolare rilevanza è anche il fatto che l’assolo di “An Angel named Jason Becker”
è stato scritto da Jason stesso e da Marty
Friedman.
Il
disco, dal tocco hard & heavy, riflette le numerose influenze solistiche
dell’artista siciliano, tra cui ricordiamo Page,
Blackmore e Zakk Wylde. I brani partono da una struttura in stile heavy metal
classico, ma con spunti molto personali e ampiamente sviluppati. Non mancano
canzoni dal tocco più soft o spesso più allegro e blueseggiante.
Nonostante
il genere dalle sfumature molto standard, le influenze di Bastian trovano terreno
fertile per esprimere la propria indole. Non sono esclusi, infatti, rimandi musicali
agli anni settanta e al neoclassicismo. Sono di particolare rilevanza le
canzoni che esprimono la fusione tra diversi stili circoscritti
nel tempo, personalizzati da una gran capacità compositiva. Di particolare rilievo sono anche i momenti di esaltazione della voce in ambito virtuoso e soprattutto a livello di cori,
dove l’impiego di più voci contemporaneamente conferisce un tocco decisivo alla
musicalità dell’album.
Diversi
momenti di tensione emotiva, possono, inoltre, manifestarsi spontaneamente nel
disco. L’energia dei pezzi fuoriesce in maniera libera e pacata. Da
notare anche la scelta di un sound incentrato maggiormente sui bassi, in
contrasto con la scelta di cantanti dal timbro di voce piuttosto alto.
Le
atmosfere create sono particolarmente evocative, ad esprimere stati d’animo
diversi. La batteria ricopre un ruolo fondamentale, la musicalità della
chitarra è accompagnata da scelte stilistiche perfette, decisive per i brani
proposti. L’heavy metal scelto si conferma una scelta giusta e saggiamente
sviluppata dagli ottimi spunti personali di Bastian.
Altro
aspetto da sottolineare è senz’altro la copertina del disco, che sembra
riflettere l’impotenza umana davanti al proprio destino. L’immagine del deserto
è arricchita con delle crepe, quasi ad indicare l’instabilità e l’appassire
della nostra civiltà. La testa non delineata in lontananza sembra aspettare
ognuno di noi per assumere le sembianze di ciò che ci spaventa di più. L’orizzonte
oscuro e tenebroso rappresenta il sopraggiungere del fato.
Complimenti
a Bastian e al suo “Among my Giants”, un disco che consiglio vivamente a tutti,
senza esclusioni. Buon ascolto! Rimanete sintonizzati su HAIR METAL AND HEAVY
METAL BLOG.
Nessun commento:
Posta un commento