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sabato 22 dicembre 2012

GEMINY: HEAVY PROGRESSIVE METAL


Oggi vi propongo una band heavy progressive metal: i Geminy! Questo progetto nasce dalle idee del chitarrista Marco Manzani e del cantante Francesco Filippone, affiancati poco dopo dal bassista Francesco Molinelli e infine da Alessio Pucciano alla chitarra.
Il duro lavoro li porta a registrare il loro primo demo "The Hidden Door" prodotto da Tommy Talamanca (Sadist) e con Maurizio De Palo alla batteria, che porterà subito la band ad avere un certo supporto e soprattutto recensioni, tra cui spicca il titolo di “Demo del mese” ottenuto sulla nota rivista Metal Hammer. Da citare anche la collaborazione live con Fabio Lione (Rhapsody of Fire, Vision Divine) al Nota Bene Live di Rapallo (GE) nel 2008.
 Il demo, inoltre, contiene le prime versioni di alcuni brani che saranno poi inseriti nel primo album, e sarà distribuito negli Stati Uniti dalla Retrospect Records.  Nel 2010 I Geminy danno alla luce il loro secondo demo: "The King Of Gorm", anche questo prodotto da Tommy Talamanca e con Chris Parisi alla batteria.
 Nel 2011, con in formazione Maurizio De Palo alla batteria e Ivano Lavezzini alle tastiere, la band inizia a lavorare alla stesura del primo album "The Prophecy", un concept album che vedrà la luce negli ultimi mesi del 2012 con la Nadir Music, e anche in questo caso vanterà la collaborazione indispensabile di Tony Talamanca, un punto di forza per i Geminy.
Il percorso di questa band ligure è stato duro e faticoso, e il loro ultimo lavoro testimonia una grande crescita nella stesura dei brani e nel sound, una vera e propria maturazione che ha permesso a questi ragazzi di fare un gran salto di qualità, concretizzato pienamente con la realizzazione di un grande album: The Prophecy.
L’album si apre con un intro strumentale efficace e di grande impatto, perché è pomposo ma in maniera giusta e ha il suo tocco epico e aggiungerei anche cinematografico, in molti sarete d’accordo a vedere quest’intro come sottofondo di qualche scena filmica. Allo stesso tempo funge da preludio, perché anticipa le atmosfere e i temi che saranno trattate in questo concept album. Nordic sea dà davvero l’idea di essere nel bel mezzo di una tempesta, il tutto coronato dalla voce melodica ed efficace di Francesco Filippone, che ricorda molto Klaus Meine degli Scorpions, e ciò è senz’altro un punto a favore, perché è un timbro di voce molto accessibile e melodico e si adatta perfettamente alle musiche della band.


A seguire c’è Running Away, quattordici secondi di fuga in senso letterale. Quello che vi accompagnerà sarà il rumore di una persona in preda al panico che si allontana velocemente da chissà cosa, anche questo interludio accresce notevolmente l’idea cinematografica dell'album, che mira a trasmetterci qualcosa in più dei semplici brani eseguiti musicalmente. Escape, che si riallaccia subito al tema della fuga, parte con un gran riff di chitarra per proseguire in maniera soft, grazie all’ottima scelta delle parti di tastiera, per poi proseguire in maniera energica ed efficace. Il ritornello è il risultato di un lungo momento di tensione che esplode con una linea melodica che funziona davvero. Il lavoro della chitarra fa il resto, le varie tecniche chitarristiche sono padroneggiate in maniera consapevole ed equilibrata, oltre al sound che esalta in pieno la voce. L’aspetto virtuoso della chitarra è esaltato in chiave melodica non virtuosa, le melodie degli assoli sono costruite perfettamente. Il brano si conclude, poi, con una parte acustica molto riuscita.
Drowning è il secondo interludio è sa molto di guerra di  Troia, ma anche di tanto altro. La parte conclusiva è di grandissimo trasporto, e l’atmosfera sospesa ci lascia per un attimo sui nostri pensieri, dando l’idea quasi di essere in una enorme stanza bianca, ritrovandoci nel nulla. Abyss ci fa capire quanto la band sia molto brava anche nei brani più soft. Questo brano è profondo e toccante, e testimonia il fatto che essere musicisti completi non è facile, saper spaziare è davvero difficile, e i Geminy ci riescono. La forza di quest’album è la convivenza di diversi orizzonti musicali. L’ambientazione è fantasy e di carattere epico,  ma la musicalità progressive e le ritmiche, spesso anche thrash, fanno da colonna sonora a tutto il concept album.
Brano di fondamentale importanza è senz’altro“My Fellow Prisoner”, che vede la partecipazione straordinaria nella registrazione e nel videoclip di Roberto Tiranti dei Labyrinth. Il brano è anticipato da un altro interludio “Capture”, che anticipa il “tema del prigioniero” affrontato nel brano. La voce calda dello special guest è semplicemente perfetta, e l’accompagnamento strumentale fa un gran lavoro, fino al cambio dove attacca la voce di  Francesco Filippone. Le due voci hanno caratteristiche totalmente diverse, e la loro convivenza diventa davvero gradevole. Molto efficace anche l’intermezzo di basso, fino ad arrivare all’assolo di chitarra e poi a quello di tastiera dal tocco assolutamente progressive. È una vera e propria hit questa canzone non c’è dubbio. Il brano più lungo è l’ultimo ed è la titletrack, ed è uno di quelli che mi ha colpito di più, soprattutto per la scelta delle parti di chitarra e per i riff di tastiera che rimangono sotto durante gli stacchi. Molto bella anche la parte successiva, un po’ alla Children of Bodom, e i diversi cambi di stile presenti nel brano. Consiglio fortemente questa band a tutti gli amanti del metal e non solo, perché sono talmente tante le realtà musicali presenti che davvero possiamo spaziare dal power al progressive, e non solo, in maniera molto veloce. Buon divertimento con i Geminy!
Vi lascio con qualche informazione in più e il video di Fellow Prisoner!



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